Il fotovoltaico è in ascesa da anni ma adesso vi sono dati certi che ci permettono di vedere un vero e proprio boom
Dal 2011 al 2016 800 mila GWh sono stati prodotti da fonti rinnovabili mentre nel quinquennio successivo 2017-2022 si immagina una produzione di oltre 2,2milla GWh, con quasi il triplo di energia prodotta. La suddivisione è 438GWh dal fotovoltaico che supera l’eolico fermo a 321 GWh poi l’idroelettrico con 119 GWh e infine 252 GWh dovuti all’accelerazioni nella capacità elettrica delle fonti rinnovabili.
Se guardiamo i dati, nel 2016 le energie rinnovabili hanno prodotto 6012 TWh, mentre il carbone 9 mila TWh e il gas naturale altri 6 mila TWh. Nel 2022 si prevede che il carbone e il gas naturale produrranno poco di più (rispettivamente 10 mila e 6 mila TWh), mentre che i TWh da fonti rinnovabili diventeranno 8 mila.
La produzione elettrica da fonti rinnovabili nel 2022 dovrebbe quasi colmare il gap attuale con le fonti rinnovabili, raggiungendo una quota pari al consumo odierno di energia di Germania, India e Cina insieme. Nel 2016 le fonti di energia rinnovabili hanno prodotto 6012 TWh di energia rispetto al carbone che ha prodotto 9 mila TWh e il gas naturale 6 mila TWh. Per il 2022 si prevede che carbone e gas naturale aumenteranno di poco fermandosi rispettivamente a 10 mila e 6 mila TWh mentre le fonti rinnovabili balzeranno da 6 mila a 8 mila TWh prodotti.
Il 2016 è stato l’anno del fotovoltaico. Questa fonte di energia rinnovabile è aumentata più velocemente di qualsiasi altra fonte. L’aumento di produzione ha provocato anche una riduzione considerevole di prezzi d’asta a partire addirittura da 30 dollari a megawatt ora (MWh). Se si pensa che solo nel 2013 il fotovoltaico costava 180 dollari a MWh è un record. Anche l’eolico è diminuito passando dagli 80 dollari a MWh ai 50 dollari a MWh del 2016
Le politiche sulle fonti rinnovabili in molti paesi si stanno spostando da tariffe stabilite dai governi ad aste competitive con accordi di acquisto di energia a lungo termine per progetti su scala industriale. L’aumento della concorrenza ha permesso di ridurre per i governi i costi per i progetti fotovoltaici ed eolici del 30-40% in soli due anni in alcuni paesi chiave come India, Germania e Turchia. Quasi la metà dell’espansione delle capacità di elettricità rinnovabile nel 2017-22 si stima sarà guidata da aste competitive, rispetto a poco più del 20% nel 2016.
Il ruolo chiave in questa corsa alle rinnovabili è della Cina, che rappresenta quasi metà della crescita mentre l’Unione Europea arranca con una previsione inferiore del 40% rispetto al precedente quinquennio, dovuto a una domanda energetica debole e un eccesso di capacità.
Cruciale come indicatore è anche la somma tra fotovoltaico ed eolico. Sommando le stime su quanto peseranno queste due fonti in % sull’energia elettrica prodotta, scopriamo per esempio che in Danimarca ben il 69% dell’energia nel 2022 deriverà da eolico e fotovoltaico, contro il 44% del 2016. Anche il dato sull’Italia è positivo: nel 2022 il 15% dell’energia arriverà da eolico o fotovoltaico.
Per quanto riguarda i Big della Terra – Stati Uniti, Cina e India – ognuno di loro toccherà quota 10%, un sostanziale raddoppio rispetto alla situazione nel 2016.
I problemi principali riguarderanno il riscaldamento delle case e i sistemi di trasporto nelle quali le quote delle rinnovabili pesa ancora pochissimo se si immagina che è previsto per il 2022 che solo l’11% dell’energia per le case sarà prodotta con rinnovabili e appena il 4,5% per i mezzi di trasporto.